La pittura è spiritualità e sviluppo delle sensazioni.
L’arte si intende nell’espressività della tecnica che l’artista possiede.
Il quadro è 99% lavoro di tecnica, 1% intuizione. Quando mi siedo davanti alla tela non so i colori che userò perchè sono loro che vengono a me. Una sensazione fisica di armonia: se un colore non rientra in questa armonia interiore, mi prende un’ansia a livello fisico, sto male, questo dura fino a quando trovo la soluzione, poi la quiete.Un altro aspetto del mio sentire è che l’immagine pittorica, anche figurativa, deve esprimere il senso profondo che la raffigurazione contiene in se stessa: la sua paura; questo è stato un limite per i miei quadri figurativi perchè c’era la paura di finire nella compiacenza della propria bravura e fare concorrenza alla fotografia.
Inoltre, in me, c’è l’insoddisfazione della realtà che vedo, non mi ha mai convinto appieno; ho percepito un qualcosa che impropriamente chiamo un’altra dimensione, fuori da quella in cui vivo. E’ come una parete nera o grigia che ho chiamato intensità, come un umano per ciò che non è umano. In questa intensità io sono solo un ospite, da questo la sensazione che non sempre la realtà sia la verità.Per esprimere questa percezione ho avuto l’intuizione di usare la matematica non Euclidea. Cioè una figura gemoetrica scomposta in funzione matematica. Compongo una raffigurazione con schema di geometria Euclidea, ma con una formula di matematica non Euclidea; nella sostanza questa raffigurazione esprime un’altra cosa.
Quello che vedo non è la verità, esempio concreto i ballerini che danzano in una dimensione che ho definito “intensità” dove non sono ospiti di questa intensità ma ne sono parte integrante. Vivono il mistero del mondo, vivono la metafisica.
Fabio Borgogni